venerdì 5 giugno 2015

Iniziare a guardare avanti

Disclaimer:
Questo post potrebbe essere traumatizzante per alcune persone perché potrebbero non leggervi il solito Blubbo o almeno leggervi cose, pensieri, idee, varie eventuali che da lui non sono proprio (come il parlare in terza persona). Tant'è vero che si potrebbe pensare che il summenzionato Blubbo soffra di bipolarismo o che addirittura sia stato rimpiazzato da un replicante (anche se al solito tutto sarà condito da abbondanti metafore)...



Ci sono cose che scrivo che mi piace molto rileggere non tanto perché soffra di manie di protagonismo quanto perché a volte mi pare vengano molto bene. No, non sono testi che scrivo per il blog in quanto per quanto mi ci impegni gira e rigira mi sembra che pure un regazzino delle elementari mi faccia sei-zero, sei-zero con i pensierini. Mi riferisco ad e-mail ad amici, pensieri che scrivo per me e via discorrendo. Quindi stavolta cercherò di scrivere come in quei casi badando solamente al concetto in se senza pensare a chi lo legge (perché voi lo sapete che uno dei miei più grandi problemi da anni è il giudizio altrui vero?)
Ebbene dicevo che ci sono dei testi che mi piace molto rileggere; il precedente a questo sicuramente no. Perché rappresenta un momento abbastanza “buio”, perché mi mette davanti a tutte le mie debolezze e paure. Con mossa “genialeN und logichen” (quasi cit.) potrei approfittarne per lavorare su questi miei problemi e cercare di risolverli (l'ingegneria si applica a tutto: è praticamente una filosofia di vita), eppure tra debolezze e paure c'è pure la debolezza di avere paura di affrontare queste cose. Un po' come aspettarsi un cazzotto che sai che in fondo non farà malissimo ma in fondo “oh cavolo! È un cazzotto! Ma chi diamine porge l'altra guancia per prenderselo?!”. Ecco.
Quindi il post precedente l'ho riletto poco e anzi, se da una parte mi solleva il morale, dall'altra mi angoscia per il pensiero che in fondo non cambi molto (per la cronaca i giuochi a base di acqua salata non sono stati granché quindi proprio sfogato sfogato non mi sento affatto).
Eppure ho preso le mie contromisure e sto cercando di far virare quella tinozza che al momento è la mia vita. Impresa non facile (quando mai lo è?) perché è come una traversata in solitario e bisogna far tutto da soli. Certo che amici e conoscenti sono prodighi di consigli e supporti vari e questo fa solo che bene ma alla fine sempre tutto da me dipende.
Incredibilmente sto facendo qualcosa che chi mi conosce penso rimarrà a bocca aperta: sto cercando di essere propositivo. Sto cercando di costruire una vita sociale, sto cercando di star bene con me stesso.
Questo è stato, anche, grazie ad una trasmissione radiofonica sentita mentre facevo palestra (hai visto l'importanza della tecnologia?) in cui gente che aveva avuto situazioni di solitudine aveva reagito uscendo, andando a teatro o facendo per conto proprio cose che normalmente richiedono l'essere in più d'uno (es: cene, capodanni, ecc) non trovandolo per nulla squallido o triste ma anzi vedendola come una occasione, di qualità, per stare un po' con se stessi. Ebbene ci sto provando anche io. Questo non vuol dire diventare misogino ma semplicemente uscire e cercare di svagarsi e divertirsi anche se manca la compagnia. Certo è una cosa differente e non è che si può fare a lungo anche perché io sono abbastanza sociale e alla lunga mi pesa però ho notato, almeno inizialmente, che se mi organizzo le cose come piacciono a me, ed in modo che la solitudine non sia un peso, allora tutto acquista una dimensione differente.
Inutile nascondere che all'inizio è difficile e il pensiero va a “chi si sa”, più spesso di quanto vorrei ma meglio così piuttosto che guardare dalla finestra di casa queste splendide giornate consumarsi nell'inedia e nel pentimento del “avrei potuto far qualcosa e non l'ho fatto” ed avere comunque il pensiero che va a “chi si sa” e sul cosa stia facendo.
Oltre a questo altra cosa che sto cercando di lasciarmi alle spalle è la paura: la paura di fallire in quello che mi sto proponendo. Ecco, forse è questa la cosa che più mi sta stupendo: la sorpresa di vedere le cose come una avventura e quindi l'emozione per la novità che prima mi mancava o meglio che avevo (quando giravo per l'Italia con il mio fido e vecchio scooter) e che mi sono accorto di aver perso nel tempo.
Altra cosa che a mio modo di vedere è un netto cambio rispetto al passato è il pianificare una vita differente rispetto alla attuale. Una vita per conto mio e quindi con una lavoro che mi permetta di mantenermi. Cosa non facile in questo periodo però anche qui si cerca di seminare qualcosa anche perché parliamoci chiaro: essere uscito a 37 anni dalla facoltà e con un voto inferiore a 100 non è che ti aiuti pure se hai una laurea in ingegneria. Quindi sono consapevole della gavetta e dell'impegno che ci devo mettere. Per fortuna che anche qui gli amici non lesinano in aiuti e so che anche se ci vorrà un po' e inizialmente i soldi saranno pochi e scarsi potrò farmi la cultura professionale necessaria per diventare “qualcuno”.
Chi mi legge da un po' potrà obiettare che il lavoro ce l'avevo ma oramai ero veramente arrivato agli sgoccioli e se sono arrivato all'ultimo giorno lo devo solo alla mia ex collega che mi ha aiutato tanto ed al fatto che il capo, quello “simpatico” oramai si dedicava al nuovo e a me non mi si filava. Senza contare che anche la crescita professionale si era praticamente azzerata da un bel po'.
Aggiungiamoci che sto preparando attivamente l'esame di stato (anche se l'ho rimandato alla prossima sessione per diversi motivi, uno dei quali paura di fallire ché 320 euro all'ordine non è che mi vada proprio di regalargliele e in più fobie e paure non è che passino da un giorno all'altro).
Però come dicevo sono speranzoso....


Certo la strada è tutta in salita, bisogna avere pure un po' di fortuna ma spero non mi volti le spalle all'ultimo che il tempo passa e del domani non v'è certezza.
Quindi ricapitolando: ho ribaltato la frittata e sono happy? Purtroppo no. Sto cercando di vedere le cose da una prospettiva differente, a volte ci penso e ci ripenso. Come se ci fosse un qualcosa che mi sfugge, talmente semplice eppure “potente” che non riesco a mettere a fuoco forse perché obnubilato dai mille pensieri che sgomitano per avere attenzioni e che mi rendono la concentrazione un inferno. Poi come tante cose della vita la soluzione è talmente semplice da rasentare il ridicolo ma spesso per arrivarci ci vuole “un'altra testa” e spesso le soluzioni semplici le rifiutiamo come si rifiuta la realtà scomoda perché ci fa troppo male.
Insomma strigni strigni che devo da fa?
Guarda caso come ho finito diversi miei post, il leitmotiv è sempre quello: impegnarsi (potrei metterlo come tag)

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