Disclaimer:
Questo
post potrebbe essere traumatizzante per alcune persone perché
potrebbero non leggervi il solito Blubbo o almeno leggervi cose,
pensieri, idee, varie eventuali che da lui non sono proprio (come il
parlare in terza persona). Tant'è vero che si potrebbe pensare che
il summenzionato Blubbo soffra di bipolarismo o che addirittura sia
stato rimpiazzato da un replicante (anche se al solito tutto sarà
condito da abbondanti metafore)...
Ci
sono cose che scrivo che mi piace molto rileggere non tanto perché
soffra di manie di protagonismo quanto perché a volte mi pare
vengano molto bene. No, non sono testi che scrivo per il blog in
quanto per quanto mi ci impegni gira e rigira mi sembra che pure un
regazzino delle elementari mi faccia sei-zero, sei-zero con i
pensierini. Mi riferisco ad e-mail ad amici, pensieri che scrivo per
me e via discorrendo. Quindi stavolta cercherò di scrivere come in
quei casi badando solamente al concetto in se senza pensare a chi lo
legge (perché voi lo sapete che uno dei miei più grandi problemi da
anni è il giudizio altrui vero?)
Ebbene
dicevo che ci sono dei testi che mi piace molto rileggere; il
precedente a questo sicuramente no. Perché rappresenta un momento
abbastanza “buio”, perché mi mette davanti a tutte le mie
debolezze e paure. Con mossa “genialeN und logichen” (quasi cit.)
potrei approfittarne per lavorare su questi miei problemi e cercare
di risolverli (l'ingegneria si applica a tutto: è praticamente una
filosofia di vita), eppure tra debolezze e paure c'è pure la
debolezza di avere paura di affrontare queste cose. Un po' come
aspettarsi un cazzotto che sai che in fondo non farà malissimo ma in
fondo “oh cavolo! È un cazzotto! Ma chi diamine porge l'altra
guancia per prenderselo?!”. Ecco.
Quindi
il post precedente l'ho riletto poco e anzi, se da una parte mi
solleva il morale, dall'altra mi angoscia per il pensiero che in
fondo non cambi molto (per la cronaca i giuochi a base di acqua
salata non sono stati granché quindi proprio sfogato sfogato non mi
sento affatto).
Eppure
ho preso le mie contromisure e sto cercando di far virare quella
tinozza che al momento è la mia vita. Impresa non facile (quando mai
lo è?) perché è come una traversata in solitario e bisogna far
tutto da soli. Certo che amici e conoscenti sono prodighi di consigli
e supporti vari e questo fa solo che bene ma alla fine sempre tutto
da me dipende.
Incredibilmente
sto facendo qualcosa che chi mi conosce penso rimarrà a bocca aperta: sto
cercando di essere propositivo. Sto cercando di costruire una vita
sociale, sto cercando di star bene con me stesso.
Questo
è stato, anche, grazie ad una trasmissione radiofonica sentita
mentre facevo palestra (hai visto l'importanza della tecnologia?) in
cui gente che aveva avuto situazioni di solitudine aveva reagito
uscendo, andando a teatro o facendo per conto proprio cose che
normalmente richiedono l'essere in più d'uno (es: cene, capodanni,
ecc) non trovandolo per nulla squallido o triste ma anzi vedendola
come una occasione, di qualità, per stare un po' con se stessi.
Ebbene ci sto provando anche io. Questo non vuol dire diventare
misogino ma semplicemente uscire e cercare di svagarsi e divertirsi
anche se manca la compagnia. Certo è una cosa differente e non è
che si può fare a lungo anche perché io sono abbastanza sociale e
alla lunga mi pesa però ho notato, almeno inizialmente, che se mi
organizzo le cose come piacciono a me, ed in modo che la solitudine
non sia un peso, allora tutto acquista una dimensione differente.
Inutile
nascondere che all'inizio è difficile e il pensiero va a “chi si
sa”, più spesso di quanto vorrei ma meglio così piuttosto che
guardare dalla finestra di casa queste splendide giornate consumarsi
nell'inedia e nel pentimento del “avrei potuto far qualcosa e non
l'ho fatto” ed avere comunque il pensiero che va a “chi si sa”
e sul cosa stia facendo.
Oltre
a questo altra cosa che sto cercando di lasciarmi alle spalle è la
paura: la paura di fallire in quello che mi sto proponendo. Ecco,
forse è questa la cosa che più mi sta stupendo: la sorpresa di
vedere le cose come una avventura e quindi l'emozione per la novità
che prima mi mancava o meglio che avevo (quando giravo per l'Italia
con il mio fido e vecchio scooter) e che mi sono accorto di aver
perso nel tempo.
Altra
cosa che a mio modo di vedere è un netto cambio rispetto al passato
è il pianificare una vita differente rispetto alla attuale. Una vita
per conto mio e quindi con una lavoro che mi permetta di mantenermi.
Cosa non facile in questo periodo però anche qui si cerca di
seminare qualcosa anche perché parliamoci chiaro: essere uscito a 37
anni dalla facoltà e con un voto inferiore a 100 non è che ti aiuti
pure se hai una laurea in ingegneria. Quindi sono consapevole della
gavetta e dell'impegno che ci devo mettere. Per fortuna che anche qui
gli amici non lesinano in aiuti e so che anche se ci vorrà un po' e
inizialmente i soldi saranno pochi e scarsi potrò farmi la cultura
professionale necessaria per diventare “qualcuno”.
Chi
mi legge da un po' potrà obiettare che il lavoro ce l'avevo ma
oramai ero veramente arrivato agli sgoccioli e se sono arrivato
all'ultimo giorno lo devo solo alla mia ex collega che mi ha aiutato
tanto ed al fatto che il capo, quello “simpatico” oramai si
dedicava al nuovo e a me non mi si filava. Senza contare che anche la
crescita professionale si era praticamente azzerata da un bel po'.
Aggiungiamoci
che sto preparando attivamente l'esame di stato (anche se l'ho
rimandato alla prossima sessione per diversi motivi, uno dei quali
paura di fallire ché 320 euro all'ordine non è che mi vada proprio
di regalargliele e in più fobie e paure non è che passino da un
giorno all'altro).
Però
come dicevo sono speranzoso....
Certo
la strada è tutta in salita, bisogna avere pure un po' di fortuna ma
spero non mi volti le spalle all'ultimo che il tempo passa e del
domani non v'è certezza.
Quindi
ricapitolando: ho ribaltato la frittata e sono happy? Purtroppo no.
Sto cercando di vedere le cose da una prospettiva differente, a volte
ci penso e ci ripenso. Come se ci fosse un qualcosa che mi sfugge,
talmente semplice eppure “potente” che non riesco a mettere a
fuoco forse perché obnubilato dai mille pensieri che sgomitano per
avere attenzioni e che mi rendono la concentrazione un inferno. Poi
come tante cose della vita la soluzione è talmente semplice da
rasentare il ridicolo ma spesso per arrivarci ci vuole “un'altra
testa” e spesso le soluzioni semplici le rifiutiamo come si rifiuta
la realtà scomoda perché ci fa troppo male.
Insomma
strigni strigni che devo da fa?
Guarda
caso come ho finito diversi miei post, il leitmotiv è sempre quello:
impegnarsi (potrei metterlo come tag)
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