giovedì 13 agosto 2009

coerenza

un mio cronico problema ,oltre a quello della chiacchiera lorogorroico-compulsiva è quello di introdurre un discorso. Mi piacerebbe iniziare a parlare di una cosa con la stessa naturalezza ,delicatezza ma soprattutto armonia con cui ogni giorno il sole spuntava da dietro le montagne che si vedevano dalla casa di mia nonna.
Uno dei discorsi che vorrei introdurre ma non so come è quello della coerenza delle persone. Si lo so che al giorno d'oggi abbiamo il nostro presidente del consiglio che ci da tanti spunti su questo ma vorrei ,come l'alba citata prima fare un discorso senza tempo ,scevro dalla moda o dall'idea del momento;libero da influenze negative e incazzature che mi possono far avere un tono e una idea differente da quella che vorrei ,insomma vorrei quello che si definisce (rullo di tamburi) : discorso coerente!

visto che tanto l'introduzione se nè andata sulla "salaria" entro nel vivo del discorso e pace.
Tutto nasce da discorsi con persone che stimo e che a volte anche in più occasioni mi lasciano spaesato per l'incoerenza dei loro ragionamenti. Ci troviamo sulla stessa lunghezza d'onda ,stesso modo di pensare,stessa etica poi però di punto in bianco negano l'evidenza anche quando è chiara.

Riflettendoci sopra mi sono accorto che spesso si preferisce negare ,difendere a spada tratta posizioni indifendibili solo per non ammettere poi di aver sbagliato. Un caso è capitato con alcune persone che reputo non si siano comportate bene nei miei confronti. Ora ne ho parlato con amici e amiche comuni per avere una opinione e si ,anche per sfogarmi. Ebbene la colpa era mia.Si può pensare giustamente che ho sbagliato a giudicare/criticare tali persone. Eppure non si sono comportate nè meglio nè peggio di altre persone che però sono state condannate moralmente per simili comportamenti. Allora la differenza quale è stata? L'unica risposta che sono riuscito a darmi è l'amicizia.La cosa l'ho notata perché le frasi con cui si discolpavano queste persone iniziava sempre con "con me..." ."con me non hanno mai fatto questo", "con me sono sempre stati carini/e". Insomma siccome si comportavano con loro così ,automaticamente si comportavano così con tutti e non se la sono sentita di giudicarli per il comportamento nei miei confronti nonostante gli riconoscessero il dolo. Questo perché fa giungere ad una ovvia conseguenza: se ammetto che sono stati stronzi ammetto che frequento degli stronzi ergo lo sono anche io. Pensate che la cosa è così campata in aria? Vogliamo fare un esempio comodo? Allora chiediamoci chi ha votato il reggente governo alle ultime elezioni? se vai a sentire in giro nessuno eppure la maggioranza di voti è stata sensibile. Ci vorrebbe tanto e sarebbe così terribile dire: "si l'ho votato e me ne pento"?. No la verità e in questo sta tutta la fragilità del pensiero odierno è che spesso si preferisce essere incoerenti piuttosto che ammettere di aver sbagliato. Questa è una società che non ammette sbagli , io stesso sono un tipo che fa belle fregnacce ,anche spesso eppure guai a mettermi davanti all'evidenza (e ci sono anche amici che mi difendono o non mi cazziano come si converebbe) . Pena l'assistere ad una alzata di scudi a volte ridicola,anche se devo ammettere che con l'età sto imparando, e non è bello prendere coscienza di essere un perdente anche solo per un momento.
Eppure in questo ho trovato un nuovo stimolo di crescita. L'umiliazione della sconfitta ,di una dolorosa ammissione ,amplificata dal mio sciocco ego come sofferenza e cicatrice posta a monito di non voler più sentire una simile sofferenza. In quel momento mi sento coi piedi per terra ,basso ,terribilmente basso eppure con la sicurezza che quello sono io e prendo cognizione delle mie capacità . Come se facessi un inventario di me stesso e da quello ripartire . Un rinnovarsi o semplicemente un crescere cercando di essere migliore a ieri. Uno scalino ,un palmo ma anche solo un centimetro meglio di ieri. Nello sport questo mi risulta facile, basta sforzarsi di fare un minuto in più rispetto al giorno prima ,ma nel pensiero? è difficile.

Si possono trovare mille giustificazioni a tali comportamenti: siamo stressati ,vessati , senza futuro certo ,presi a correre in mille direzioni anche durante le vacanze in cui a volte più che a godersi la vacanza stessa si tende a staccare la spina più dalla propria identità quotidiana che spesso non ci siamo scelti e che dobbiamo sopportare solo perché di aria e sogni non si mangia.
E da questo partoriscono mille sfaccettature di una brutalità sibillina e quotidiana fatta di parole a cui a volte non si fa caso mentre in altre si amplificano ; una parola detta in un modo che non sia dolce o con un sorriso a 32 denti può essere presa come brusca o offensiva anche se non ve n'è per nulla traccia. Non parliamo poi di quelli che si vedono contradetti e nei loro occhi si notano lampi cupi che covano vendetta. anche una dichiarazione d'amore può diventare di guerra se si sbaglia una virgola. Sia chiaro prima che spunti fuori il rompiscatole di turno che parlo con cognizione di causa per essermi trovato in entrambe le situazioni.

Questo mi mette in profonda crisi.

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