giovedì 31 dicembre 2009

domani non c'è tempo (forse)

Il post c'entra poco con la data odierna, però proprio quest'ultima è stata spunto di riflessione per un fatto che non mi aspettavo.
a gennaio 1995 moriva mio papà divorato da una malattia capita dai medici solo quando oramai non c'era più nulla da fare. L'ultimo mese in ospedale con io diciottenne alla deriva in una famiglia solo di nome,da sempre, verso la quale preferivo rifugiarmi nei videogiochi piuttosto che passare gli ultimi giorni con papà. Papà al policlinico umberto I. Forse è da lì che ho odiato gli ospedali. Il cinismo non di chi la morte la vede tutti i giorni ma di chi la vede come una opportunità di guadagnare; dalla suora che per farti un favore si intascava senza colpo ferire una bottiglia di vino alle bugie dette a mia madre da un farabutto alle 5 del mattino per fargli firmare un contratto di funerale quando il corpo di papà non era ancora freddo. In tutto questo nella mia stupidità infantile non capii subito un nostro parente che era primario ad una delle cliniche mediche dentro l''ospedale. Ero troppo preso a fuggire da una realtà che non mi piaceva e di cui non volevo rendermene conto,tanto è vero che anche nei mesi successivi quando vedevo un qualcosa per strada mi veniva spontaneo dire "poi chiedo a papà..... ah ...già...".
Questo parente ha fatto molto , dal cercare di far stare papà bene, all'organizzare di tasca sua un piccolo pranzo di natale che tra l'altro venne malissimo. Non chiese mai nulla ,non si lamentò mai di nulla. Ricordo ancora mentre mia madre lo ringraziava e lui rispose tranquillamente :" aiuto le persone che stanno in difficoltà per strada ora ti pare che non aiuto un parente?".
A quest'uomo vanno i miei ringraziamenti e ci ho pensato tanto,non l'ho più rivisto se non di sfuggita una volta tornando dalla facoltà visto che a quei tempi seguivo vicino alla città universitaria ,ma non ero neanche sicuro fosse lui,un volto visto un istante di sfuggita dopo anni che non sapevo neanche che fine avesse fatto.
Da allora è passato molto tempo e sono sempre stato a pensare che alla prima occasione ,ossia quando lo incontravo per caso (da bravo incosciente) ,lo avrei ringraziato per quei giorni,per le cure e le gentilezze che aveva mostrato alla mia famiglia nonostante ,colpevolmente ,i miei genitori non si siano mai fatti sentire.
Qualche settimana fa tramite un cugino ,vengo a sapere che Mario ,questo il suo nome ,ha avuto una crisi (non so se respiratoria o cardiaca)mentre era giù dalla sua compagna in calabria o puglia ,non è questo l'importante. Mario se ne è andato a poco più di sessant'anni lasciando un po' tutti a bocca aperta. E lasciando me sgomento con un "grazie" che non potrò mai dargli.

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