venerdì 19 marzo 2010

Dell'amore, della sterilità, dell'esser genitori: storia di B. e di suo marito

B. e suo marito li conosco poco: B. è la sorella maggiore di una mia amica sposatasi con un altro mio amico alcuni anni fa.
B. e suo marito non possono avere figli, il destino, la provvidenza, qualcosa superiore a noi, fai te, ha deciso che quella coppia che si ama tantissimo non avrà discendenti genetici. Da qui già si potrebbe cominciare un pippone filosofico trascendentale ma andiamo oltre.
B. e suo marito le hanno provate tutte prima di arrendersi all'evidenza compresa l'inseminazione artificiale fatta più volte e costatagli un sacco di soldi, mi pare sui 40 mila euro ma onestamente non ricordo benissimo.
B. e suo marito lo vogliono veramente un figlio, vogliono essere genitori e al battesimo della nipotina dovevi vedere come B. la coccolava , sembrava tenesse in braccio la cosa più delicata del mondo e in mezzo al casino dei festeggiamenti, mentre si gozzovigliava mi pareva quasi di vedere attorno a loro due un' aurea che le estraniava da tutto il resto. Non è un capriccio, non è un vezzo chimico che le ha dato la natura, hanno di famiglia un grandissimo senso , scusa il gioco di parole, della famiglia, entrambe le sorelle legate tra loro e ai genitori e la sorella mi ha confessato che il non poter diventare madre la straziava.
La soluzione a questo problema che è un vero dramma nel suo piccolo, l'hai intuita anche te ed è facile: l'adozione.
Per B. e suo marito inizia un lungo camino. Il camino in realtà è iniziato quattro anni fa e si sta quasi per concludere.
La storia di queste due persone, molto religiose tra l'altro , mi ha colpito tanto. Due anni di scartoffie per iniziare e finalmente la scelta del bambino. Si la scelta ma non come al mercato con più prodotti ma uno alla volta. Tramite una associazione religiosa della loro parrocchia gli è stata data la foto di un bambino dicendogli che c'era quello . Se gli andava bene potevano continuare le pratiche altrimenti gliene sarebbe stato abbinato un altro ma chissa tra quanto. Il bambino è vietnamita, è in Vietnam e questa è l'unica soluzione per avere un figlio perché l'adozione di bimbi italiani è di fatto impossibile. Almeno entro tempi accettabili e loro tra l'altro anche con l'adozione internazionale sono fortunati: solo quattro anni, di solito ci si mette di più. Loro erano talmente ansiosi che hanno solamente detto :" va bene, basta che sia sano". La pratica è andata avanti ma , mi ha raccontato la sorella, l'anno appena passato è stato pesante per tutti: incontri con assistenti sociali e psicologi per vedere se erano adatti a fare i genitori, una invasione della intimità totale a scavare in ogni anfratto della loro vita e anche in quella dei parenti alla ricerca di una qualche macchia che potesse mettere in dubbio l'adozione e io non posso non pensare ai tanti genitori snaturati che ci sono in giro che non vengono né controllati né ripresi e la cui unica fortuna è quella di sfornar marmocchi grazie ad un apparato riproduttivo funzionante. La mia perplessità va anche a quella chiesa che fa di tutto per incentivare le adozioni e poi alla fine i risultati sono quelli che hanno ottenuto B. e il marito e poi non giriamoci intorno: loro hanno i soldi, non so di preciso quanti, il 730 non gliel'ho mai chiesto, ma sufficienti visto che anche per queste pratiche ne hanno sborsati parecchi oltre al viaggio in Indonesia e tutto il resto (tra l'altro adozione regolare con tutti i crismi. Dico questo per evitare che si pensi male). Insomma se bastasse solo l'amore coppia migliore di B. e il marito non ci sarebbe e questo bimbo è fortunato perché lo "immergeranno" nell'amore, perché io,quel giorno al battesimo ho guardato bene il viso di B. mentre stringeva e accarezzava la nipotina e uno sguardo così; una espressione così l'ho vista poche volte.

PS: in questa festa del papà ho trovato più giusto parlare di questa coppia che è da esempio piuttosto che di mio padre su cui sto raccogliendo documenti per capire una parte oscura del suo passato. Auguri a tutti i papà, voi che lo siete.

2 commenti:

Giulio GMDB© ha detto...

Un bel post. Ed hai ragione: giusto controllare chi vuole adottare un figlio, ma dovrebbe essere qualcosa di veloce... Non è possibile che ci siano tutte queste difficoltà.

P.S.: grazie per gli auguri! :-)

Andrea ha detto...

grazie giulio. io capisco i controlli ma c'è un paradosso che umilia chi vuol essere genitore