mercoledì 27 febbraio 2013

la chiamavano insegnante, la chiamavo la dannata zoccola(vintage post)

Per molte persone è difficile immaginarsi come ero in passato fino ai ventitré anni ovvero grasso e pieno di complessi (bè i secondi mi sono rimasti ancora) ma credo che ancor più difficile sia immaginare, soprattutto per chi non ci è mai passato/a com'è non solo essere grassi ma presi per culo a scuola, non solo dai propri compagni di classe ma anche dalla professoressa di italiano (quella grandissima zoccola) che per fortuna ti sei dovuto sorbire un solo anno al terzo superiore).[...]


La professoressa in questione grazie al suo comportamento "esemplare" ha vinto diversi premi "blubbo" durante l'anno. sicuramente ha vinto il premio stronza per aver insultato un suo studente ma qui ci arriverò, il premio fancazzista per essersi presa circa quattro mesi di ferie & malattia per un intervento ad un dente durante l'anno scolastico (così per mia fortuna non me la sono dovuta sorbire in quei mesi), il premio ipocrisia per aver sempre affermato di odiare i leccaculo quando invece amava tanto farsi servire e riverire dai bidelli e non ultimo il premio più ambito: quello di avermi instillato in quegli anni l'antipatia che poi mi sono trascinato per anni, ingiustamente, verso il popolo napoletano di cui lei indegnamente rappresentava la parte più maleducata e arrivista.
questa professoressa sempre ben vestita e all'apparenza sorridente e disponibile dallo spiccato accento partenopeo dava il meglio di se parlando male di tutto e tutti durante la lezione quando nessuno poteva sentirla (dei colleghi e dei bidelli leccaculo). Inutile dire che andasse molto a simpatie dividendo gli studenti in due categorie: i suoi amati e tutti gli altri: naturalmente comportamento agli antipodi per le due categorie e naturalmente io ricadevo nella seconda categoria.
Visto che poco tempo fa ne stavo riparlando e mi è venuto il dente avvelenato, ho pensato che fosse "terapeutico" farne un post celebrativo giusto per mettere ad imperatura memoria la stronzaggine di quella tipa.
Tra i diversi episodi in cui si è distinta per educazione, signorilità ed intelligenza che ricordo sicuramente alcuni mi sono rimasti impressi:
1)All'epoca oltre ad essere grasso avevo una carnagione molto bianca perché il sole manco sapevo cosa fosse e inoltre stavo già iniziando a perdere i capelli. ecco che la classe allora inizia a deridermi affibbiandomi il "simpatico nomignolo" che poi lei sentendolo dai suoi prediletti ( a cui tutto era permesso) ha fatto suo: "zio fester" che con il suo accento divenne "zio féstah"
2)Altro episodio quando siamo andati in gita a castel sant'angelo (un tour che non vi dico) e sul'autobus i miei compagni, così per passare il tempo, iniziarono a deridermi urlando il mio cognome di continuo. La proff che stava tipo un metro da me e due compagni di distanza si incazzò con me! E mentre io dicevo che non avevo fatto nulla lei tuonava che era l'ultima volta che MI portava in gita dicendo che era colpa mia. Svista? sembrerebbe di sì se non fosse che assieme alla mia classe ce n'era un altra con relativa proff, classe che anch'essa urlava il nome di un compagno loro esattamente come la mia classe faceva con me e la zocc... la grande educatrice che fece? Lo consolò (questo ragazzo, che era anche suo studente perché faceva la professoressa di italiano anche in quella classe) dicendo che poverino lo prendevano in giro e lui faceva male a prendersela.
Ma continuo?
3) Quella volta volta che studiai storia e lei mi interrogò: gli dissi che avevo studiato i capitoli quattro e cinque ma non avevo fatto in tempo per il sei. Lei disse che non c'era problema, si fece dare il libro e... mi fece una domanda sul primo paragrafo del capitolo sei. Gli dissi nuovamente che il sei non l'avevo fatto, lei rispose che non c'era problema e andò TRE righe sotto facendomi un altra domanda su quel capitolo.... io stessa risposta di prima, lei ancora disse che non faceva nulla, andò verso la fine della stessa pagina e mi fece una terza domanda, SEMPRE SULLA STESSA PAGINA. Risposi allo stesso modo e stavolta s'incazzò mandandomi a posto in malo modo e appioppandomi quattro iniziando una filippica sul fatto che io non sapevo cogliere e apprezzare il suo aiutarmi e venirmi incontro.
Poi iniziò il periodo di tranquillità perché la simpaticona si fece le vacanze con la scusa del dente. Tornò a maggio quando io avevo maturato l'intenzione di farmi bocciare. Sì avete letto bene.
Ma fatemi raccontare qualcosa di più preciso su quell'anno.
fino ad allora ero sempre stato un pessimo studente, studiavo poco e male, prendevo sempre pessimi voti e stavo in rotta coi miei compagni di classe. Non credevo in un futuro creato attraverso la scuola, almeno non come l'avevo fatta fino a quel momento e inoltre aggiungeteci il carico inflittomi da questa dannatissima zoccola.
Decisi allora di farmi bocciare, nulla di più facile si pensa ma invece avevo paura che mi rimandassero a settembre. forse ragionai per ingenuità, forse anche per trovare un punto di dialogo coi proff ma mai per avere compassione ( e poi cavolo ! c'avevo quanto? quattordici? quindici anni?). anzi mai come allora ero stato così motivato, mi sentivo paradossalmente molto maturo perché prendevo una decisione senza farmi "sballottare" dagli eventi, dal caso o dall'umore o peggio pietà dei professori di allora. Non sapevo bene come dialogare con gli insegnanti quindi decisi la via più semplice, andare da ognuno e dirgli: in questa classe mi trovo male, non ci sto capendo nulla e siccome quello che faccio ora al terzo anno mi serve da base per i successivi preferisco farmi bocciare e ricominciarlo con serietà, se va bene continuo altrimenti lascio e mi trovo un lavoro. da parte sua proff voglio solo che NON mi dia aiuti coatti quindi se mi deve bocciare mi bocci e amen, mi fa un favore.
Insomma volevo un po' di dignità e l'occasione di provarci a far bene da solo.
Parlai con quello di elettrotecnica e praticamente non gliene fregò nulla, in piena coerenza con come si comportava sempre, quello di elettronica fu quasi parterno e si mise da una parte con me a parlare ed ascoltare il perché di questa decisione. quello di impianti e tecnologie parlò poco ma fu molto esplicito: fai come preferisci ma è una scelta importante: pensaci bene e impegnati che hai ancora alcuni mesi. non ricordo se parlai anche con altri professori, se con quella di matematica, ma per ultimo parlai con la famosa zoccola che anche in quell'occasione, fresca della "vacanza", non si smentì. non riuscii neanche a finire di formulare il pensiero che la professoressa iniziò a dirmi stizzita che ero un leccaculo (!?!), che lo facevo apposta e fece per andarsene stizzita. Ricordo ancora ora che rimasi basito, di quei pochi frammenti che mi sono rimasti di quel giorno ricordo che passai qualche minuto a spiegare ad una imbronciata ed arrabbiata stronza le mie ragioni che neanche ascoltò perché non mi fece finire e se ne andò.
Ripensando a tutto questo devo dire che provo ancora parecchia rabbia per quegli episodi anche se sono cose passati da tanti anni perché ie vissi come una profonda ingiustizia nei miei confronti. Come se dovessi sempre metterci malizia in tutto quello che dicevo e neanche avevo il diritto di replica che mi veniva regolarmente tolto da quella ignorante col caschetto biondo tinto.
La soddisfazione l'ebbi l'anno dopo in cui non solo avevo messo la testa a posto ma ottenevo buoni voti studiando praticamente mai a casa ( cosa che all'università mi è costata tantissimo) ma solo ascoltando e studiando in classe seguendo con diligenza ed impegno (da questo dedurrete anche la qualità della mia scuola: un glorioso istituto tecnico che già all'epoca era andato a puttane e da quel che so ora ancor di più). Soddisfazione dicevo e soddisfazione fu perché da quel paio di compagni con cui avevo stretto una amicizia che è durata nel tempo seppi poi che quello di elettrotecnica rimase ad occhi aperti quando seppe i voti che prendevo (alla faccia tua stronzo!) e quella di italiano, la stronza che ora non c'era più nella nuova classe, rimpiazzata da una professoressa, brava, educata e seria nel suo ruolo di insegnante, che a denti stretti con un sorriso che ricordo ancora falso, si interessava dei voti che prendevo.
Se la dovessi incontrare ora non so come reagirei; magari manco gli rivolgerei la parola ma la voglia di fargli notare le differenze tra il mio andamento da studente durante l'anno con lei e quello successivo e la sua incapacità nel fare l'insegnante è veramente forte.
In ultima battuta, da un ragazzo a cui ho fatto ripetizioni e che guarda caso non solo ha fatto il mio stesso istituto ma ha avuto pure quella insegnante ( la zoccola) ho saputo che finalmente è andata in pensione quindi ha smesso di rappresentare una vergogna per gli insegnanti di italiano che lavorano con serietà. adesso fa vergognare i pensionati.

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