giovedì 29 giugno 2006

l'insopportabile superficialità dell'essere: "scordammoce o' passato"

Quando mi si fa un torto o semplicemente un atto di maleducazione (ben differente da uno di cafoneria) spesso ci passo sopra sia per mia incapacità di affrontare il problema con risposte pronte ,sia perchè sono sempre stato preso da una angoscia atavica misteriosa e ancestrale che accompagna sempre la possibile lotta verbale che può uscirne fuori. Ecco perchè al 90% dei casi sto sempre zitto; ma evidentemente, "l'essere" di turno pensa che questa mia tendenza a non regolare i conti sia sottomissione.
Se questo è il suo pensiero mai neuroni furono più spesi male.....
Spesso "l'essere" o gli "esseri" intese come entità fisiche dall'autocritica pari a zero non capiscono che dietro il mio silenzio o il mio comportamento che tende a mitigare le situazioni si nasconde solo la voglia di non rovinare l'incontro/serata/uscita/viaggio ecc ecc e prendono il mutismo dietro cui mi nascondo come una stranezza di un tipo introverso ,con problemi a relazionare senza porsi il dubbio che magari gli sto' solo facendo un favore (?) a non fargli notare le loro manchevolezze(chi pensa che avrei bisogno di uno psicologo sappia che lo reputo giusto pure io e a parte la paura per certe risposte che magari non vorrei sentire ho seriamente paura di prenderci gusto ad insultare la gente nel caso mi dicesse che dovrei rispondere a tono).
Che poi parliamoci bene.. fargli un favore.... un favore lo fai quando porti un qualcosa di buono a una persona ,se uno rimane coi sui difetti che potrebbero essere mitigati che favore gli fai?
Purtroppo con poche persone ho avuto incontri/scontri chiarificatori che da una parte mi hanno fatto recuperare il rapporto (se ho una questione aperta con una persona o mi ci chiarisco o quasi mai finisce lì ,a meno che non sia veramente una sciocchezza dovuta al caso,quindi il passato NON lo dimentico).
Allora anche io ho un bel parlare: da una parte mi aspetto che l'altro si renda conto o meglio prenda coscienza dei suoi comportamenti ,dall'altra però io faccio ben poco per informarlo sul suo modo di fare. Qui nasce un bel problema di responsabilità che diverrebbe molto lungo e scadrebbe ,ahimè,nella retorica . A mia colpa dico che do un grande peso a certi rapporti umani e da certe persone a cui do fiducia mi aspetto sempre molto ,forse anche troppo ,mentre d'altra parte per chi è poco più che un conoscente neanche mi ci impegno tanto, prendendolo per quello che è : un conoscente e quindi attuando tutta una serie di misure e contromisure affinchè i suoi errori/casini non possano darmi noia.
Sicuramente io sbaglio ,a mia discolpa posso dire che non mi pare giusto ,soprattutto con gente che ha superato una certa età star lì a insegnargli come vivere ,soprattutto quando questi reputano di non avere nulla da imparare (mai fu più vero il detto:"chi vuol capire capisca") e soprattutto io non sono un insegnante o almeno non ho la presunzione di esserlo,almeno non coscientemente.
Sicuramente faccio una bella distinzione tra adulti e bambini e questo non riguarda l'età anche se in certi casi sono dell'idea che per acquisire certi diritti più che compiere un certo numero di anni sarebbe più auspicabile passare un test attitudinale .Questo naturalmente mi porta a comportarmi con le diverse "categorie" in modi differenti (voi riuscite ad incazzarvi coi mocciosi?)
Per concludere direi che a parte la "rosichite" di cui tanti mi incolperanno e di cui sono sicuro di essere affetto, direi che non è solo quello che mi porta a comportarmi in un certo modo ma anche una serie di ragionamenti lunghi e misurati che si basano sia sul proprio rispetto che su quello altrui posti in egual misura.
A prescindere dai caratteri delle persone partendo da pochi punti fermi e cioè rispetto e peso che si da a tali parole/valori ,voi stessi vi stupireste dei risultati a cui si può giungere.

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