mercoledì 22 luglio 2009

fisica che passione : tensione & corrente

(chi la sa approfonditamente non mi fucili)

ne avrei voluto parlare più gradualmente ma alla fine un po' per impegni ,un po' per pigrizia togliamoci il dente e via!
l'energia elettrica siamo talmente abituati a usarla nel quotidiano che non sappiamo stare senza ma non abbiamo manco idea di come si genera o peggio che è.

cercando di fare un discorso spiccio facciamo la conoscenza con due parametri fondamentali: tensione e corrente.
Spesso nel linguaggio comune si usa mischiarli assieme ma sono due cose ben distinte.

La tensione è un lavoro elettrico.
La corrente una quantità di cariche elettriche nel tempo.

immaginiamo una carica elettrica nello spazio (fate conto un pallino che sia + o - non è importante),dove vi pare a voi ,pure nello spazio profondo e voglio spostarla da un punto A ad un punto B . Se gli applico una forza elettrica ovvero un campo elettrico la carica elettrica si sposterà di una certa distanza . cioè su di essa si farà un lavoro elettrico cioè il lavoro per spostare la carica da un punto A ad un punto B è il lavoro che è necessario alla forza per effettuare lo spostamento.

Ora se applichiamo una tensione su tante cariche elettriche e tutte si muovono nella stessa direzione otteniamo un flusso di cariche e se noi vediamo quante cariche elettriche (Q) ci sono nel tempo (t) otteniamo la corrente elettrica I=Q/t

Si vede subito una cosa: a una tensione (causa) corrisponde una corrente (effetto)

Per permettere il fluire della corrente nella vita di tutti i giorni noi usiamo i conduttori elettrici: altro non sono che fili di metallo con la caratteristica di avere gli elettroni al loro interno che si spostano con grande facilità quindi se noi applichiamo una tensione ai capi di un filo di questo tipo le cariche si sposteranno facilmente e facilmente si creerà una corrente elettrica.


ora facciamo conoscenza con un fenomeno particolare:

le cariche in movimento faranno una certa fatica per muoversi dentro il metallo , infatti immaginatelo come una sorta di strada piena di macchine ferme e le cariche sono dei motorini che fanno a zig zag; più il metallo è buon conduttore più "le macchine saranno rade" e i motorini passeranno facilmente (e soprattutto ne passeranno di più!). Più è cattivo e più difficilmente passeranno.
Se non passano per nulla il materiale si chiama isolante. Tale fenomeno di facile o difficile passaggio delle cariche si chiama: resistenza elettrica. Il fenomeno si manifesta con un riscaldamento del materiale : più è difficile passare più si scalda ( a parità di tutto).

Resistete : è quasi finito.

Ricapitoliamo: tensione, corrente ,resistenza. Se applico una tensione elettrica ad un metallo passerà una corrente , il valore di questa corrente sarà più o meno alto a seconda della resistenza del materiale a farla passare. Nello stesso tempo il passaggio di corrente crea un riscaldamento del materiale anche questo più o meno importante a seconda della quantità di corrente che ci passa.
Questo fenomeno banale ha sempre avuto diverse applicazioni: la stufa elettrica che ci tiene al calduccio oppure le vecchie lampadine ad incandescenza dove il filamento viene portato ad una temperatura tale da renderlo luminoso tanto è incandescente.

Vediamo la cosa da un altro punto di vista: quello dell'energia; se ci scalda allora è energia termica,se ci illumina è energia luminosa ,ergo abbiamo trasformato l'energia elettrica in un altra forma di energia a noi utile.

5 commenti:

ptt ha detto...

Chiaro, limpido e lampante! :-D
Bravo Blubbo, ora è tutto più chiaro! :-)

Giulio GMDB© ha detto...

Secondo me se usavi il classico paragone idraulico la facevi ancora più semplice... :-)

Serenella ha detto...

(Rispondo più al tuo commento al mio post che come mio commento al tuo post, che di fisica non c'ho mai capito niente :))

alla fine hai ragione tu, ma ti dirò, ancora non ho capito che devo fare della vita mia (e a 22 anni suona un pò inquietante). Fatto sta che non posso fare altro che ascoltare il capo, tenermi sto lavoro e tentare in tutto qeusto di arrivare all'autoannientamento per seguire corsi e restare in piedi.
Insomma, mi trovo un pò sballottolata in qualcosa più grande di me.. Ma che ne so, non ci capisco niente manco io..
Coraggio, tu a 33 anni combatti per una quinquennale, io ho mio cugino che a 30 ancora combatte con una triennale di lettere.. Tirati su, e sta laurea, pigliatela! :))

Andrea ha detto...

giulio: hai ragione ma purtroppo è sbagliato concettualmente! una volta lo dissi ad un professore come esempio per vedere se avevo capito e mi si mangiò letteralmente!

serenella: sarò brutale me lo concedi? :)

ti rendi conto che hai 22 anni? ben 11 meno di me e ci sono già passato su ciò che dici. ti posso assicurare che anche io avevo i tuoi stessi dubbi ma devi anche renderti conto che hai una grossa spada di damocle che si chiama università. Un ragazzo che conoscevo si è laureato con 109 in 6 anni e al secondo anno il padre gli era morto. Lui e il fratello (anch'esso studente alla quinquennale di ingegneria) hanno per gli anni seguenti mantenuto casa e madre lavorando e studiando. Due persone con gli attributi.
Ora la mia domanda per te è: sei in grado di gestire entrambe le cose oppure no? in ogni caso dovrai fare una scelta e la tua scelta dovrà essere seria e adulta. Pena l'allungare ancora di più il brodo e trovarsi con 4 esami fatti in 3 anni. io lo so bene. e adesso brutta mocciosa on mi scocciare più! XD
;)

Serenella ha detto...

Ce la potrei fare a fare entrambi? Probabilmente si, e ci riuscirei anche bene, credo. La domanda non è tanto quella ma quanto "E' proprio quello che voglio, ammazzarmi al lavoro e studiare di notte?"
La mia scelta seria e adulta continua a non farsi vedere.. non so da quanto tempo mi segui, ma sostanzialmente sono discorsi che ho già affrontato e sto affrontando da un sacco di tempo.. eppure brancolo ancora nel buio :D
Lascia stare, è un discorso troppo lungo.. e uff, avrò pure 22 anni, ma penso troppo e la cosa non mi porta da nessuna parte :P
Ciao Vecchiè!