martedì 12 aprile 2016

Hello!

È da un bel po' che non scrivo in questo mio spazietto. Da molto che voglio ricominciare ma al solito tanta è la voglia di farlo e tante le idee da mettere nero su bianco fuori di casa quanto tanto è il vuoto pneumatico che mi attanaglia quando sono davanti al monitor da una casa da cui cerco di uscire.
Magari alcuni di voi (impiccioni! :P  ) vi sarete chiesti cosa mi sia successo (ma anche no! :P ) dopo i post non proprio da gioia nel cuore che scrissi tempo addietro. Beh per quei quattro gatti che ancora non mi hanno cancellato dai loro RSS feed di cose ne sono successe...forse [...]


Intanto, in ordine rigorosamente sparso cominciamo col dire che sì, a 2 anni passati dalla laurea, sono ingegnere! e non solo dottore. Col mirabolante voto di 176/240 (ma tanto non serve a nulla) a fine gennaio sono stato abilitato alla professione anche se sto ancora pensando se iscrivermi all'ordine visto che al momento la firma sui progetti non mi serve (e non la metterei senza l'esperienza necessaria).
Sto lavorando con un caro amico, la paga non è fissa, mi paga a prestazione (e mi paga) ma cosa importante mi sta facendo fare l'esperienza che al giorno d'oggi tutti vogliono ma che nessuno ti fa fare e non parlo di me che alla soglia dei quarant'anni e con un voto di laurea non eccelso sono fuori mercato. La cosa più bella è che la faccio nel mio campo, quello elettrico e devo dire che mi piace anche perché l'amico è anche un ottimo capo che sa spiegare bene. Questo lo aggiungo per far risaltare la, a dir poco, terribile esperienza che chiusi proprio un anno fa con un contratto indeterminato (ma con i nervi a pezzi e l'insicurezza fuori scala) che tanto mi aveva messo in crisi. A distanza di tanto tempo dico che mi spiace non avere un posto fisso ma non mi spiace per nulla non avere quel posto anche se le colleghe, che si sono distinte sempre per gentilezza e professionalità, oltre che per cameratismo, mi mancano.
Come scrissi non sono però rimasto mani in mano: ho conseguito l'abilitazione (alla faccia del mio ex capo), sto facendo gavetta con una curva di apprendimento discreta anche se devo dire che mi piacerebbe fare molto di più ma ci sono dei problemucci che sono in via di risoluzione (ergo tra uno o due mesi "se spigne") e cosa più importante ho fatto una esperienza splendida che è ahimè, durata troppo poco. Il discorso è lungo e privato ma è stata molto importante e mi ha fatto capire molte cose. Nella mia testa ha messo un seme e da quello è nato un germe che sta crescendo piano dandomi una nuova consapevolezza. Quest'ultima sta ancora maturando e penso ci metterà ancora un po' ma la voglia di mettersi in gioco e di scoprire nuove cose sta crescendo di pari passo. Ho ben trentanove anni e fino a poco tempo fa ero dell'idea di essere un fallimento su tutta la linea rapportato a quella dei miei amici che invece hanno già una strada, una carriera, un mutuo a buon punto e uno o più figli. L'angoscia mi attanagliava per questi motivi anche perché la mia di strada era tutta da trovare. eppure ora sono più fiducioso. Sono "più Pollyanna" (non nel senso di mortifero) di quanto non lo sia mai stato con la voglia di scoprire le cose e se queste mi piacciano o no. A differenza di una volta sono diventato uno "yes man" quasi sempre disposto a dire sì ad una proposta per fare qualcosa. Cerco di vivere tutto come una avventura e vedere che si riesce a scoprire ed imparare. Certo, ho ancora i miei momenti di sconforto, i miei momenti da "no man" ma sto imparando a gestirli, ad avere meno fretta; a sprecare meno il tempo che ho a disposizione e metterlo più a frutto.
In passato davanti alla difficoltà di non sapere fare una cosa in tempi brevi (come ad esempio la gente che mi circonda) mi rattristavo, mi deconcentravo ed ero portato a lasciar perdere. Ora cerco di insistere, di dirmi che ci vuole tempo per imparare e solo dopo aver provato e provato e provato si può gettar la spugna. A lasciar momentaneamente perdere se non si ha la testa ma a tornare più motivati di prima a cercare di risolver il problema qualunque esso sia.
Chi non mi vede e sente da qualche anno penso che non mi riconoscerà: se mi guardo indietro a quando avevo vent'anni non mi riconosco affatto. Non so se sono migliore ma sicuramente più consapevole. Immaturo? Sì, mi sento ancora immaturo e devo crescere ma come dicevo sempre meno spaventato di prima, o meglio lo sono ancora ma ora cerco di non scappare più e tante cose mi sembrano possibili rispetto a prima. Ad esempio l'andar via dalla città eterna. Vorrei andare a fare esperienza lavorativa al nord o all'estero. Per l'ultima eventualità mi sto preparando studiando l'inglese (ma in programma c'è anche il francese). E il vedere che piano piano lo sto imparando, che ogni volta che sento una canzone o vedo un film nella lingua dei bevitori di thé capisco sempre qualcosa in più mi da la fiducia di cui parlavo prima, mi da la forza di continuare anche se ad essere sincero l'idea di partire ancora mi terrorizza! Questa per me non è una casa ma una tana ed è questa idea che mi inibisce tanto. Anche su questo fronte in quest'ultimo anno sono cambiato molto e oramai penso che per quanto possa essere solo o sperduto in qualsiasi posto ho sempre me stesso che non è poco e me stesso può fare tanto, può andare lontano. Magari inizialmente piano ma con la consapevolezza dell'imparare posso acquistare velocità, sicurezza e sopratutto creare quella vita che inseguo da tanto come una utopia neanche ben definita.
Beh, credo sia venuto un post "curioso". Sicuramente non è quello che volevo scrivere inizialmente e penso che non è neanche quello che voi vi aspettavate di leggere ma di testi credo ne verranno altri in futuro.

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