lunedì 20 giugno 2011

Vintage film: "alla mia cara mamma nel giorno del suo compleanno"

Mentre facevo zapping su canali che non mi filo mai ( il digitale e la sua lentezza mi ha levato il gusto, per altro mai alto di  esercitarmi nella pratica del cambio veloce di canale) ho trovato per puro caso un film con un Paolo Villaggio giovanissimo. Il film ho scoperto stamane risalire al 1974 si intitola " Alla mia cara mamma nel giorno del suo compleanno".
Il film devo dire che mi ha colpito. Sul momento è parso il solito filmetto da commedia erotica di quei tempi ma con il passare dei minuti è apparso subito differente da come me lo aspettavo. Nella realtà è un cosiddetto "grottesco", genere particolare di cui mi sento di infilarci anche fantozzi anche se quello è un grottesco votato alla comicità mentre questo alla fine è drammatico.
La storia narra di Fernando detto Didino e del rapporto morboso e anormale con sua madre. Anormale non perché incestuoso ma perché a 32 anni ancora la mamma lo tratta come un bambino e lui si comporta come tale con tutti i problemi mentali che ne derivano. Fa tenerezza vedere mentre letteralmente gioca con le bambole gonfiabili che ordina all'estero per placare la sua solitudine, fa quasi pietà nel vederlo vestito come un bambinetto, ruolo a cui lui non si ribella (se non come farebbe un bambino capriccioso) se non dopo l'arrivo di Angela ( Gloria Guida) . Sia chiaro che siamo lontani anni luce dall'emancipazione e senso di libertà dei giorni nostri. Sicuramente è interessante vedere la vita nobiliare ( perché Didino è conte) di quei giorni. Grande l'attrice che interpreta la madre come bravissima è Gloria Guida nei panni della sguattera sgobbona e bellissima anche se storpia che entra a lavorare in casa dopo la morte della vecchia domestica per un incidente di cui Didino è incolpevole causa. sicuramente anche la regia merita un plauso. Rispetto a quelle odierne dei tanto decantati registi che il cinema italiano tanto si coccola qui siamo, rispetto a questi ultimi, su piani divini.
Tornando alla storia Didino non può non innamorarsi della giovane serva dal volto angelico e dal carattere semplice che apprezza e ama l'infantile timidezza di Villaggio nell'approcciarsi a lei. Alla fine ne risulta una storia d'amore che cresce piano piano fatta di piccole cose, di piccole tenerezze; gesti più espressivi di tante parole, tra i due che solo alla fine sfociano in passione carnale con la madre vieppiù ossessionata dal poter essere soppiantata da un'altra come è nella natura delle cose. Finirà malinconicamente e poeticamente a bolle di sapone che chiuderanno il film trasportando un messaggio per la bella Angela che col suo viso chiude i titoli di coda.
Il film inoltre si contorna di tante situazioni dell'epoca e non mancano il prete che condanna il sesso, gli omosessuali dell'epoca visti come dediti solo all'accoppiamento ed altro.
Sicuramente uno spaccato amaro di vite difficili, quelle di Fernando-Didino soverchiato da una madre terribile che lo costringe a rimanere eterno infante perché in fondo anche lei lo è (e spesso si comporta da tale) e quella della giovane sguattera che come dice lei " con questa gamba matta chi mi si piglia?"
 Insomma un film che nonostante non abbia visto dall'inizio alla fine mi ha profondamente colpito e che consiglio.

Tra l'altro guardando su wikipedia sembra che Nella sua carriera Gloria Guida abbia anche vinto un premio nella interpretazione di Borotalco di Verdone.

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